È di questi giorni (7 febbraio 2018) la notizia di una “bizzarra” posizione assunta dall’Ordine Nazionale degli Psicologi audito in Commissione Giustizia del Senato nell’ambito dei ddl n. 45, 118, 735 e 837 in tema di affido minori.
Come gli addetto ai lavori sicuramente si ricorderanno, il medesimo Consiglio Nazionale (CNOP) nel novembre 2011 sentito in Commissione Giustizia Senato nell’ambito dei ddl 957 e 2454 così si esprimeva: “(…) si ritiene che al fine di promuovere la salute dei minori i punti fondamentali siano i seguenti: frequentazione equilibrata; riferimento abitativo a doppio domicilio (due case), cioè percepire come propria la casa del padre che quella della madre; ricevere cura e accudimento di entrambi nella quotidianeità; cioè constatare che entrambi i genitori provvedono ai propri bisogni, anche di tipo economico; promozione della possibilità di mediazione mediante un passaggio massimamente anticipato prima che cominci la fase contenziosa”.
A sostegno di quanto sopra ribadito, il CNOP, citava letteratura scientifica a sostegno sull’importanza della bigenitorialità e di una frequentazione assidua e costante di entrambi i genitori tanto da ribadire che “Nel bilancio complessivo della salute del figlio certamente è quindi per lui meno sacrificio perdere un po’ di tempo a frequentare due case che non perdere la possibilità di avere un riferimento in entrambi i genitori”.
Come in tutte le discipline, anche le ricerche in questo ambito dal 2011 al 2019 sono andate avanti e, sempre in misura maggiore, hanno dato conferma che, la posizione assunta dal CNOP nel 2011 era corretta: ovvero, per il benessere psicofisico dei minori è importante, sin da piccoli, avere un affido materialmente condiviso che passi dalla co-gestione della quotidianità con entrambi i genitori.
Inaspettatamente, il CNOP il 7 febbraio u.s., forse non troppo aggiornato, ha sostenuto che “(…) la norma impone la doppia residenza per il minore, soluzione che non si limita solamente ad una questione amministrativa, ma nella sua applicazione completa comporta uno sdoppiamento logistico del minore (…) In ogni caso, nel testo del DDL non si tiene affatto nella necessaria considerazione l’età del minore, si trascura il fatto che la collocazione perfettamente simmetrica nei tempi e nei luoghi del minore può determinare alterazione del regolare processo di sviluppo emotivo, sociale, e soprattutto cognitivo, con oggettivo rischio di danno a carico del minore. Il luogo prevalente di vita del minore, soprattutto in età infantile, deve essere uno ed uno solo, unico e privilegiato. L’interferenza dell’ambiente sul regolare processo di sviluppo del minore è ampiamente dimostrata dalla letteratura scientifica, al punto da influenzarne la salute” e, a sostegno (?) nel documento sono stati citati tre contributi scientifici tra cui uno della maggiore studiosa in tema di affidamento condiviso Linda Nielsen (Nielsen L. (2013). Shared resiential custody: Review of teh research. American Journal of Family Law, 27(1), 61-71).
Appresa la notizia che la sua ricerca era stata citata nel documento del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (prot. 19000063) come prova del fatto che l’affidamento materialmente condiviso in tenera età nuocesse ai minori, la studiosa ha scritto al CNOP chiedendo l’immediata ritrattazione.
Traduzione[1]:
“È giunto alla mia attenzione che il mio articolo (Custodia residenziale condivisa: Revisione della ricerca, Am J Family Law) è stato citato come prova che la custodia fisica condivisa non è nel migliore interesse dei bambini di età inferiore ai tre anni. Innanzitutto, questo particolare articolo non rilascia alcun commento sui risultati per i minori in affidamento fisico condiviso (allegato). È chiaro che chiunque abbia scritto questa affermazione sulla mia ricerca non ha letto il documento. In secondo luogo, in tutti i documenti in cui ho presentato i risultati per i bambini (vedi allegato), i minori di età inferiore ai tre anni in custodia fisica condivisa hanno risultati migliori rispetto a quelli in custodia fisica esclusiva.
La persona o le persone che hanno fatto queste affermazioni false sul mio articolo devono scrivere una smentita immediata al comitato. La loro ritrattazione dovrebbe affermare: “Ci siamo del tutto sbagliati nel citare il lavoro della Nielsen come prova contro la custodia fisica condivisa, non ha fatto commenti del genere in quel documento. In tutte le recensioni della Nielsen sulla ricerca, anche i bambini piccoli hanno risultati migliori nell’affidamento fisico condiviso che nell’affidamento fisico esclusivo. Ci scusiamo sinceramente con la dott. Nielsen e con il comitato per aver commesso questo grave errore. “
Voglio che anche questa affermazione mi venga inviata, così sono certa che la correzione è stata fatta.
Aspettiamo la rettifica da parte del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi.
Audizione Commissione Giustizia Senato - DDL 957 e 2454
[1] It has come to my attention that my paper (Shared residential custody: Review of research, Am J Family Law) is being cited as evidence that shared physical custody is not in the best interests of children under the age of three. First,this particular paper does not make any comments at all about the outcomes for children in shared physical custody (attached). It is clear that whoever wrote this statement about my paper did not read the paper. Second, in all of the papers where I have presented the outcomes for children (see attached), children under the age of three in shared physical custody have equal to better outcomes than those in sole physical custody.
The person or persons who made these false statements about my paper need to write an immediate retraction to the committee. Their retraction should state: “We were completely incorrect in citing Nielsen’s paper as evidence against shared physical custody. She made no such comments in that paper. In all of Nielsen’s reviews of the research, even young children have equal to better outcomes in shared physical custody than in sole physical custody. We sincerely apologize to Dr. Nielsen and to the committee for having made this major error”
I want this statement sent to me as well, so that I am assured that the correction has been made.
Dr. Linda Nielsen