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Le insidie professionali nelle determinazioni della simulazione

di Sara Pezzuolo

Condivido l’editoriale di Richard Rogers pubblicato sulla nota rivista del Journal of the American Academy of Psychiatry and the Law (49, 296-299, 2021) sulla simulazione.

L’Autore elenca quattro possibili situazioni in cui la valutazione della simulazione può portare, nella pratica forense, a classificazioni errate. Alla base della “simulazione” e della “finzione” vi è una motivazione diversa seppure, entrambe le condizioni, prevedano l’esagerazione grossolana intenzionale o la produzione di sintomi.

  1. Stabilire la simulazione su indicatori che potrebbero essere imprecisi: i criteri stabiliti dal DSM ai fini della classificazione della simulazione si sono rilevati pressoché inutili l’unico, un pochino più utile, è il criterio della discrepanza tra i sintomi riferiti ed i sintomi osservati. In ambito medico-legale per la valutazione della simulazione può essere utile la somministrazione del Miller Forensic Assessment Symptoms Test (M-FAST) anche se, da solo, non dovrebbe servire per appurare l’effettiva  simulazione.
  2. Molti professionisti sono convinti che esistono test che valutano direttamente la simulazione. Tale errata convinzione è avvalorata dal fatto che, alcuni test [es. Structured Inventory of Malingered Symptomatology (SIMS), Test of Memory Malingering (TOMM)] includono il termine malingering nel nome. Di contro nessuna scala psicometrica e nessun test può concretamente valutare le motivazioni sottostanti alla simulazione (che possono essere ovviamente molteplici e variabili in funzione dei contesti): la motivazione alla simulazione deve essere valutata per ciascun soggetto e non semplicemente essere assunta.
  3. I punteggi ai test: al fine di aumentare il rigore metodologico nella valutazione delle risposte genuine dovrebbe essere preso in considerazione la “dimensione dell’effetto” e, quindi, non prendere in considerazione il singolo punteggio ma l’intervallo di confidenza in cui esso si colloca. Questa condizione è stata specificatamente affermata anche dall’American Academy of Psychiatry and the Law prendendo spunto dal caso della Suprema Corte Hall v. Florida che sostiene che “(…) è pratica psicometrica standard riportare le stime di attendibilità e gli errori standard di misurazione quando si riporta il punteggio di un test” stabilendo, la Corte, che “(…) ogni punteggio di un test standardizzato ha un errore standard di misurazione (SEM)” e sarebbe auspicabile applicare intervalli di confidenza del 95%. In tal senso però molti questionari potrebbero non essere precisi (es. MMPI-2) ed è quindi da preferire per la valutazione della simulazione scale più specifiche quali la SIRS-2 che si concentra principalmente, se non esclusivamente, sugli stili di risposta.
  4. L’approccio alla valutazione della simulazione deve essere multi-metodo e multi-strategico poiché una valutazione errata della presenza/assenza di simulazione ha conseguenze importanti per l’esaminato. Le valutazioni multi-metodo dovrebbero prevedere interviste cliniche, test di simulazione specifica e somministrazione di inventari che hanno, al loro interno, scale di simulazione. Le interviste possono fornire informazioni utili sulla motivazione alla base della simulazione, i test specifici per la simulazione forniscono classificazioni più accurate poiché si basano su strategie di rilevamento validate e, gli inventari autosomministrati, forniscono informazioni sugli stili di risposta. Sin dal 1984 sono state studiate le strategie di rilevamento per i disturbi mentali simulati. Una di queste è la strategia “sintomi rari” che utilizza sintomi molto rari nelle popolazioni cliniche genuine che, il simulatore, associa a sé stesso o, un’altra, può essere l’ “amplificazione del sintomo” ciò, riconoscere la presenza del sintomo da riferirlo come estramente grave (n.d.a.: nella SIRS-2 viene utilizzato il termine “insopportabile”). L’approccio multi-strategico prevede appunto almeno quattro strategie di rilevazione (tra cui sintomi rari ed amplificazione del sintomo).

In conclusione, il processo di valutazione dell’eventuale presenza di simulazione è un processo importante e complesso che richiede, al Professionista, specifiche competenze. Occorre essere consapevoli delle insidie che si nascondono nella valutazione della simulazione considerate le conseguenze che, sull’esaminato e sul processo, hanno le malattie mentali simulate.

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