Chi è il menzognero ce lo dice S. Agostino nel suo trattato “Sulla bugia” “Non chiunque dice il falso mente se crede, stima sia vero ciò che dice (…) Mente chi pensa una cosa eafferma con le parole, o con qualunque mezzo di espressione, qualcosa di diverso. Perquesto si dice che chi mente ha un cuore doppio, ossia un doppio pensiero (…). E’ dunquenell’intenzione dell’animo e non della verità o falsità delle cose in sé che bisogna giudicare se uno mente o non mente”.
L’intenzionalità dell’atto del mentire è alla base della menzogna stessa. Per dirla comesostiene Lee (2000) la menzogna è quando gli individui comunicano cose false conl’intenzione che i loro interlocutori credano a quanto essi stanno dichiarando.
Ma i bambini mentono?
La risposta a tale domanda è emersa in seguito ad uno studio pubblicato su Social Development, 12, 1, 2003 da alcuni ricercatori dell’Università di Waterloo.
I ricercatori hanno effettuato una ricerca longitudinale su 40 famiglie in due momenti storici diversi. In un primo momento i bambini avevano un’età compre tra 1,9 e 2,6 anni e successivamente quando i bambini avevano 3,8 e 4,8 anni.
Obiettivo della ricerca era quello di prendere in considerazione tre aspetti:
- a chi mentono e, per quali ragioni mentono, i bambini?
- come i genitori reagiscono alle menzogne dei propri figli?
- differenze tra menzogna e altre false dichiarazioni.
I risultati a cui sono giunti i ricercatori è che i bambini più grandi mentono più frequentemente rispetto ai più piccoli (tale risultato potrebbe essere spiegato dallo sviluppo progressivo del linguaggio).
In generale i bambini maschi tendono a mentire più spesso delle coetanee femmine ed i bambini che mentono più spesso sono quelli che commettono il maggior numero di trasgressioni.
Il fatto che la menzogna sia un fatto sociale governato da scopi e funzioni sociali è stato confermato anche in questo studio nel momento in cui si è appurato il tipo di menzogna che i bambini dicono. I bambini mentono per evitare le responsabilità, per accusare ingiustamente un fratello o una sorella (di solito più piccolo), oppure per ottenere il controllo di un altro comportamento. In generale le bugie dei bambini sono bugie
finalizzate a proteggere il sé. Rarissimi sono i casi in cui la menzogna viene raccontata per valorizzare o difendere fratelli o altri.
I bambini più piccoli erano inoltre soliti mentire molto anche nel gioco per sostenere il fatto che avessero vinto oppure erano soliti ingannare circa le regole o mentire in merito alla loro applicazione.
Quando i ricercatori si sono poi trovati ad analizzare il comportamento dei genitori di fronte alla menzogna, gli studiosi, hanno appurato che pochissimi genitori hanno fatto notare in maniera diretta al minore che mentire è sbagliato. La stragrande maggioranza del campione preso in considerazione o hanno ignorato le menzogne dei propri figli o vi hanno addirittura creduto finendo magari per punire così il figlio sbagliato.
Infine, altre false dichiarazioni non possono essere definite menzogne proprio perché manca l’atto intenzionale. I bambini mentivano ma non erano consapevoli che stavano mentendo.
Tutto il mondo è paese? No… verrebbe da dire tutto il mondo a Collodi!
(Per maggiori dettagli rimandiamo a Wilson A.E., Smith M.D., Ross H.S., “The nature and effects of young
children’s lies”, Social Development, 12, 1, 2003)