Già nel 2012 L’Eurispes, nella sua indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, affermava che il fenomeno del cosiddetto sexting (ovvero lo scambio di messaggi ed immagini a contenuto sessuale attraverso il cellulare) era aumentato sorprendentemente: “Oltre 1 adolescente su 4 (25,9%) afferma di aver ricevuto sms/mms/video a sfondo sessuale; al 73,7%, al contrario non è mai capitato. I dati confermano che tra i giovanissimi l’esperienza del sexting non rappresenta un’eccezione, ma è invece piuttosto comune. Il fenomeno ha subito un aumento sorprendente: gli adolescenti dai 12 ai 18 anni che dicono di aver ricevuto sms, mms, video di natura sessuale sono passati dal 10,2% al 22,9%” (Fonte Documento di Sintesi EURISPES, 2012, 18).
Sempre nel 2012, anche la London School of Economics and Political Science ha concentrato la propria attenzione sul problema del sexting evidenziando come i ragazzi coinvolti in tale pratica erano tra il 15 ed il 40%. Spesso il sexting era coercitivo ed associato ad atti di bullismo e molestie. Per tali motivi, i ricercatori Ringrose J. et al. del NSPCC, richiamavano l’attenzione alla preparazione e alla sensibilizzazione degli insegnanti nel porre azioni di contrasto, di prevenzione e sostegno ai giovani nell’affrontare le pressioni sessuali potendo, il fenomeno del sexting, essere solo la punta dell’iceberg.
Oggi, il panorama della ricerca internazionale nuovamente sottopone all’attenzione di tutti il problema del sexting tramite la ricerca presentata da Stasko E.C. & Geller P.A. (2015) al Congresso annuale dell’American Psychological Association.
Auspicando che anche in Italia siano studiate e proposte politiche di prevenzione e sostegno nel combattere il sexting ed i danni ad esso conseguenti, sono a disposizione dei lettori i documenti citati.