In questi giorni è gran vociferare in merito ai delitti di Saronno. Non è mia abitudine commentare i casi di cronaca poiché reputo che la giusta sede dei processi siano le aule dei Tribunali e che la valutazione dei soggetti interessati debba basarsi su idonee consulenze. Oggi, però, reputo opportuno fare un’eccezione in quanto mi ha molto colpito che alcuni giornalisti e altri riconducono la tipologia dei reati commessi ed ascritti ai due indagati come riconducibile al profilo criminologico dell’Angelo della Morte. Mi preme evidenziare che nel caso in questione, l’azione criminogenetica non può e non deve essere “sgangiata” dalla relazione tra i due. Inoltre, in funzione di quanto appreso dai media, i due amanti non solo agivano sui malati dell’ospedale con i quali entravano in contatto, ma anche nei confronti di familiari (ANSA) (Il Giornale) (Varese News: Una lenta agonia così l’infermiera killer ha ucciso il marito) (Varese News: I carabinieri temevano che i figli dell’infermiera fossero in pericolo) perché, presumibilmente, “colpevoli” di un qualcosa, forse solo di esserci. Pertanto, laddove è rispettabile che venga fatta informazione, questa andrebbe fatta in modo consapevole ed adeguato alle specifiche vicende criminali senza utilizzare termini e/o definizioni che, in realtà, sottendono ad altre tristi storie o che, nella migliore delle ipotesi, sono solo una faccia della medaglia.
Comunicato rispetto ai delitti in corsia dell’ospedale di Saronno: Laura Taroni & Leonardo Cazzaniga
Scritto da Sara Pezzuolo
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Sara Pezzuolo
Autrice di testi in scienze forensi. Opera su tutto il territorio nazionale. Socia Fondatrice dell'Associazione Italiana Consulenti Psicoforensi, Socia Esperta della Società Italiana di Psicologia Clinica Forense e della Società di Psicologia Giuridica. Autrice di numerose pubblicazioni e contributi scientifici, docente presso Università e vari master, collabora nello svolgimento di consulenze e perizie con avvocati.
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