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Violenza su minori. Il rapporto Meter 2016

di Sara Pezzuolo

Pubblicato meno di un mese fa il Report Annuale 2016 Meter sulla Pedofilia e Pedopornografia. I risultati sono veramente allarmanti: si registra un aumento di immagini identificate dalla Polizia (quasi due milioni di immagini contro i dati del 2015), e dei video (203.047 contro i 76.200 del 2015) oltre alla preferenza dell’utilizzo dei deep web rispetto ai social network. Nello specifico per la fascia di età 0-3 anni sono stati rilevati 9.909 foto e 2.928 video; per la fascia di età 4-13 i numeri ammontano a 1.936.989 foto e 200.1189 video. Il primato dei domini tra i 5 continenti va all’Oceania, seguita dall’Europa con l’Italia al quarto posto della classifica con 15 domini individuati. Dal 2003 al 2016 sono stati riconosciuti 134.744 siti alcuni dei quali, precedentemente segnalati alle Autorità Giudiziarie, continuano a diffondere foto e video che vengono scaricati.

Una tra le maggiori criticità, per il contrasto della pedofilia e pedopornografia on-line, è il passaggio, come detto sopra, dall’utilizzo del social network al deep web. “Il deep web (la parte nascosta di Internet) è lo spazio libero in cui le associazioni a delinquere di tutto il mondo espandono i loro traffici. Il fenomeno si è spostato in modo esponenziale in questa free zone incontrollabile e che rende difficile l’intervento immediato delle polizie di tutto il mondo. È per questo motivo che Meter, per evitare di vedere vanificato il proprio lavoro di segnalazione, ha spostato la sua attenzione sulla ricerca e catalogazione degli archivi telematici che qui si trovano. Il deep web è una zona sommersa della rete molto difficile da individuare ed esplorare, per cui le Forze dell’ordine di tutti gli Stati dovrebbero collaborare per coordinarsi tra loro evitando la perdita e lo spreco di informazioni vitali per il contrasto immediato del pedo criminal web e la liberazione immediata dei bambini coinvolti in questo turpe mercato di violenza inaudita” (Report Meter, 2016, 20). Seppure resta alta l’attenzione (soprattutto via Facebook), le segnalazioni riferite ai social network sono passate da 3.414 del 2015 a 155 del 2016. Interessanti sono anche i risultati dell’indagine conoscitiva espletata su un campione di 1.185 soggetti di età compresa tra i 10 ed i 13 anni intenta a comprendere come, l’utilizzo della rete, influenzi le emozioni ed i comportamenti dei minori. L’analisi dei dati ha rilevato che la maggior parte dei minori naviga su internet tramite Smartphone (34%) e l’utilizzo di internet è soprattutto finalizzato a chattare (25%), scaricare musica, video (22%) et al. Preoccupante il fatto che “I dati riportati dall’indagine conoscitiva hanno chiaramente messo in evidenza che il 20% (vs 80%) dei minori afferma di aver ricevuto immagini non adatte alla loro età (item 19) . Nello specifico, l’84% delle immagini sono a sfondo sessuale (es. foto porno), l’8% violente (es. bambini violentati dall’Isis), il 6% pubblicitario, il 2% finalizzati all’adescamento (item 20), come si evince dal grafico 6 (vedi p. 50). Sono emerse differenze significative legate alla variabile sesso: i maschi ricevono maggiormente immagini pubblicitarie (88% vs 13%) e immagini a contenuto sessuale (66% vs 34%), mentre le femmine ricevono maggiormente immagini violente (60% vs 40%). Non si evince alcuna differenza di genere significativa per le immagini per adescamento (50% vs 50%). Quanto emerso dall’item 19 non può essere definito un dato rilevante statisticamente, ma è opportuno sottolineare che ogni numero cela un minore: quindi 231 su 1.151 hanno ricevuto immagini non adeguate alla loro età, senza il loro consenso, nel proprio dispositivo elettronico. In questo item, il campione di riferimento è 1.151 su 1.185, in quanto non tutti i minori hanno fornito una risposta. 48 49 Inoltre 2 minori (di età media 12,5) dichiarano di aver ricevuto messaggi e foto finalizzati all’adescamento. Il dato rilevato consente di mettere in luce i potenziali rischi a cui sono esposti nell’utilizzo dei social network, delle chat apparentemente private e attraverso il loro smartphone che dà la possibilità di entrare in contatto con il mondo” (Report Meter, 2016, 48).

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