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Condannare la violenza in quanto violenza

di Sara Pezzuolo

Da qualche giorno è stato festeggiato il 25 novembre giornata dedicata a combattere la violenza contro le donne. Ma.. la violenza è solo contro le donne? Il femminicidio, del quale si parla dal 2010 in Italia, è emergenza nazionale?

La violenza è violenza. Indipendentemente da chi sia l’autore di reato e da chi sia la vittima, essa nel rispetto di ogni singola vita umana è SEMPRE da condannare. Nonostante i media dipingono spesso un’emergenza nazionale, l’Italia è uno dei paesi al mondo con il più basso tasso di omicidi femminili (si veda rapporto ONU 2013). In compenso, il fenomeno delle vittime maschili, sia esse dirette che indirette della violenza femminile (sia essa psicologica che fisica) è studiato poco o niente.

Due pesi e due misure.. si pensi al caso di William Pezzullo e Lucia Annibali: vittime entrambi di una vendetta malata degli ex. Ma mentre una vittima resta in ombra, dimenticata dalle Istituzioni, l’altra ha ricevuto attenzione e onorificenze.

Il problema non è la sensibilizzazione al fenomeno o il giusto riconoscimento istituzionale. Il problema è che, la tutela istituzionale, dovrebbe spettare a TUTTE le vittime dal momento che non ci sono vittime di serie A e serie B. Ci sono persone da tutelare senza discriminazione di genere. Il fenomeno concernente i numerosi suicidi dei papà separati (spesso conseguenza della perdita di tutto compresa la perdita dei figli) come viene spiegato?

Una ricerca condotta assieme ad altri professionisti nel 2012 ha tentato di analizzare il fenomeno della violenza agita dalle donne sugli uomini. (ALLEGATO MACRì ET AL.)

Oggi, passato il 25 novembre, un pensiero da cittadina italiana va a tutte le vittime di violenza, indipendentemente dalle forme che essa assume e, soprattutto, dall’età e dal genere delle vittime.

 



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