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S.I.R.S.-2 in ambito forense: lettura di un profilo

di Sara Pezzuolo

La problematica della simulazione in ambito forense è da sempre oggetto di particolare attenzione nell’ambito delle valutazioni sia civili (es. risarcimento danno) che penali (es. imputabilità).

L’Intervista Strutturata per i Sintomi Riferiti 2 (S.I.R.S.-2) è stata riconosciuta come il miglior strumento di misura per la valutazione della simulazione dei disturbi mentali.

La S.I.R.S.-2 è la versione aggiornata della S.I.R.S.: “(…) Il manuale della S.I.R.S.-2 aggiorna la letteratura sulla simulazione di malattia con un‘attenzione particolare alle strategie di rilevazione e di applicazione clinica. Combina inoltre i dati che derivano dal processo di validazione della S.I.R.S. originale con le ricerche più recenti. Per raggiungere tale obiettivo, sono stati integrati più di 2300 protocolli S.I.R.S., somministrati a partecipanti provenienti dall‘ambito clinico, clinico-forense, carcerario, di comunità. Con l‘inclusione inoltre dei dati sulla attendibilità e dei dati provenienti da somministrazioni multiple agli stessi gruppi di soggetti (i cosidetti within-subjects designs), il numero totale dei protocolli disponibili per un‘analisi dell‘affidabilità e dell‘efficacia supera i 2.500“ (Pezzuolo et al., 2016, 7).

Lally (2003) riscontrò che l‘utilizzo della SIRS era considerato accettabile dalla maggior parte dei professionisti forensi (89%) e raccomandato dalla maggior parte di loro (89%). Più recentemente Archer et al. (2006) osservarono che la SIRS era ampiamente utilizzata dai professionisti  forensi al fine di verificare la simulazione di malattia o la effettiva disabilità cognitiva (86,2%).

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