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Questi paradossi di padri…

di Sara Pezzuolo

Nonostante sia solita dare ai miei contributi un taglio scientifico in questa occasione la mia vuole essere la condivisione di una riflessione. Nell’ambito della mia professione in qualità di psicologa forense mi accingo a seguire madri e padri nella separazione, nell’affidamento dei figli ma mi occupo anche di risarcimento di danni. Ordunque ecco il paradosso dei padri. Mi sono ritrovata recentemente a valutare il danno da lutto di due minori che avevano perso il padre improvvisamente in un sinistro stradale. I due minori vivevano un disagio enorme, il loro farsi forza a vicenda era quasi commovente. Il padre deceduto era sempre presente: nei disegni, nel colloquio, nella volontà di provare ad obbedire alla madre, nell’andare bene a scuola per il padre che desiderava ciò, etc. In sede di conclusioni della mia consulenza mi trovo a discorrere sull’importanza della figura paterna nel conseguente sviluppo dei figli e cito quindi letteratura in materia e via discorrendo. Mentre le mie conclusioni volgono al termine, un pensiero prende forma, una sorta di assurdo, anche se tale assolutamente non è. Come è possibile che quando un padre o una madre disgraziatamente muoiono si fanno consulenze sul risarcimento danni e quando il genitore è vivente nessuno si sofferma a valutarne l’importanza? Perché un padre deceduto è importante per il minore e per il suo sviluppo mentre un padre separato, vivente, non sembra assolvere al medesimo compito? Perché ad un figlio orfano si riconosce il danno biologico di tipo psichico ed il danno da pregiudizio esistenziale da perdita del rapporto parentale mentre ad un figlio rimasto orfano da una separazione tale diritto non viene riconosciuto? Figli sono e figli restano… un genitore deve morire perché si riconosca come tale? Genitori, lottate per i vostri figli, lottate per ottenere ciò in cui credete. Avvocati mettete lo stesso ardore che mettete nelle cause di risarcimento per danno da lutto anche nelle cause di separazione, colleghi non siate (siamo) ciechi… La minore si volgeva verso la gradinata a cercare il sorriso del padre… quel sorriso non c’era più e mai più ci sarebbe stato ma ancora tante vasche l’aspettano… forza A.… non smettere di nuotare tuo padre continua e continuerà a fare il tifo per te. 

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