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Le raccomandazioni del National Academy of Sciences per i testimoni oculari

di Sara Pezzuolo

Nel 2014, la National Academy of Sciences (NAS), ha pubblicato un rapporto completo e dettagliato sulle varie metodologie utilizzate per intervistare i testimoni oculari.

All’esito dell’importante lavoro posto in essere, il rapporto è pervenuto a delineare una serie di raccomandazioni che hanno lo scopo di limitare gli errori che potrebbero essere fatti dal testimone oculare il cui ricordo, come si sa, può essere influenzato da diversi fattori tra cui anche la medesima procedure atta a raccogliere la testimonianza.

In sintesi vengono fornite alle forze dell’ordine le seguenti raccomandazioni:

  • Raccomandazione 1: tutte le forze dell’ordine dovrebbero ricevere una formazione specifica sui meccanismi di percezione visiva e sulla memoria al fine di ridurre al minimo il rischio di inquinamento della prova. Gli agenti di polizia dovrebbero quindi essere istruiti ad evitare domande chiuse e suggestive ma procedere attraverso domande aperte riducendo al minimo anche le interazioni tra i testimoni.
  • Raccomandazione 2: devono essere implementate le procedure di lineup (ricognizione) e line array (esame delle foto) in doppio cieco. Difatti, seppure l’operatore non dice al testimone quale sia il sospettato, il comportamento non verbale, i gesti del corpo o altro potrebbero trasmettere quell’informazione o comunque influenzare la risposta. Sarebbe pertanto più opportuno che né l’operatore né il testimone sapessero quale persona corrisponda al sospettato.
  • Raccomandazione 3: sviluppare e usare istruzioni standard per la raccolta della testimonianza che siano facilmente comprensibili da tutti.
  • Raccomandazione 4: documentare il grado di “sicurezza” dei testimoni. Le forze dell’ordine dovrebbero indicare il livello di sicurezza del testimone oculare al momento della prima identificazione del sospettato.
  • Raccomandazione 5: videoregistrare tutta la procedura di identificazione. La videoregistrazione dovrebbe diventare una pratica standard nella procedura di identificazione dei testimoni.
  • Raccomandazione 6: condurre indagini in fase pre-processuale. Considerato che la sicurezza del testimone oculare può variare nel tempo e può ssere influenzata da numerose variabili, si raccomanda che l’ammissione della prova possa essere disposta preliminarmente.
  • Raccomandazione 7: laddove la prova sia stata assunta in precedenza, i partecipanti al processo ne devono essere edotti. Devono essere quindi date informazioni sulla modalità, sul periodo e sul livello di sicurezza del testimone oculare al momento della identificazione.
  • Raccomandazione 8: considerata l’importanza delle conoscenze scientifiche sulla memoria nel riconoscimento oculare, si raccomanda che i giudici abbiano la possibilità di avvalersi di esperti che possano testimoniare sui meccanismi che regolano la memoria e le identificazioni dei testimoni.
  • Raccomandazione 9: si raccomanda di fornire istruzioni chiare e coincise con la giuria per comunicare loro informazioni ritenute meritevoli di considerazione.
  • Raccomandazione 10: considerata la complessità dell’identificazione oculare occorre ammettere che la base scientifica è insufficiente per comprendere fino in fondo i punti di forza e debolezza di questa procedura. Considerata però la sua rilevanza all’interno del processo, occorrerebbe introdurre norme e prassi evidence-based che prendano avvio da una ricerca nazionale sull’identificazione effettuata dai testimoni oculari.
  • Raccomandazione 11: si raccomanda di condurre ulteriori ed approfondite ricerche per la valutazione dei risultati delle testimonianze oculari. Laddove si intenda procedere a modifiche delle procedure di identificazioni oculare esistenti, queste devono essere motivate nei loro vantaggi.

Sarebbe senz’altro utile ed importante che, tale documento e le relative raccomandazioni, fossero condivise e valorizzate anche dalle forze dell’ordine e dalla comunità scientifica italiana.

 

In allegato il contributo completo.

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